Il tempo passato remoto del modo indicativo è utilizzato per azioni che si sono compiute in un passato lontano e che si sono concluse. Poiché molti verbi sono irregolari al passato remoto, anche gli italiani lo conoscono poco e spesso lo sostituiscono nel linguaggio parlato con altri tempi verbali. Per esempio, il passato remoto può essere sostituito dal passato prossimo senza particolari confusioni.
Il passato remoto indica che un evento si è compiuto in un tempo lontano nel passato, mentre con il passato prossimo l’effetto dell’azione potrebbe perdurare nel presente.
Non c’è una regola generale che stabilisca la quantità di tempo trascorsa per poter definire se l’evento è da considerarsi come "prossimo" o "remoto", dato che ciò dipende dalla “distanza psicologica” rispetto a chi parla.
Nella lingua parlata, il passato remoto viene usato più spesso nel sud e nel centro d’Italia. Nel nord invece si usa quasi sempre al suo posto il passato prossimo. Invece, il passato remoto è molto usato nella lingua letteraria, quindi bisogna conoscerlo bene per leggere racconti e romanzi.
Il passato remoto dei verbi regolari si coniuga sostituendo le desinenze dell’infinito (-are, -ere, -ire) con quelle che vediamo di seguito. Nota che a volte vi sono due varianti entrambe corrette della forma vebale.
Prima coniugazione: parlare
Seconda coniugazione: ricevere
Terza coniugazione: dormire
I verbi della seconda coniugazione (-ere) possono avere anche una forma alternativa. Di solito, come nel caso di ricevei, ricevé e riceverono, si tratta di forme letterarie rare.
I verbi della prima e della terza coniugazione (-are e -ire) sono in genere regolari, mentre quelli della seconda sono in genere irregolari.
Un verbo irregolare ha, nella sua coniugazione completa, forme sia irregolari sia regolari, a seconda della persona. La seconda persona (singolare e plurale) e la prima persona plurale sono regolari. Invece sono irregolari le altre persone. Per esempio, avere si coniuga:
io ebbi
tu avesti
lui/lei ebbe
noi avemmo
voi aveste
essi ebbero
Alcuni verbi irregolari presentano il raddoppiamento della consonante finale nella radice: volli, caddi, bevvi, tenni, ruppi, seppi eccetera.
Il verbo essere ha questa coniugazione irregolare al passato remoto:
io fui
tu fosti
lui/lei fu
noi fummo
voi foste
essi furono.